MASSIMO BLOISE MFT

Benvenuti nel mio Blog,
mi chiamo Massimo Bloise, sono Massaggiatore-Massofisioterapista, Istruttore Chinesiologico Metodo Dysmotrain (C.O.N.I.), Kinesiologo, Operatore delle Strumentazioni Fisioterapiche e del Massaggio, Terapista Cranio-Sacrale Metodo Upledger.
Da diversi anni mi sono interessato al mondo della Fisioterapia e dei metodi naturali per il benessere della persona orientando i miei studi verso :
Rieducazione in Acqua - Massaggio Classico - Massaggio Decontratturante - Massaggio Sportivo - Massaggio Connettivale - Massaggio Linfodrenante - Massaggio Miofasciale - Massaggio Neuromuscolare - Massaggio Shiatsu - Postura - Cervicale e A.T.M. - Salute e Fitness con Riabilitazione in Acqua - Bendaggio Funzionale - Stretching - Terapia Fisica - Metodologia del Training dello Sport - Meccanoterapia e Isocinetica - Traumatologia Sportiva - Tecniche di prevenzione del mal di schiena - Con approfondimenti e specializzazioni sui vari distretti corporei: La Caviglia - Il Ginocchio - La Spalla - Mano, Polso, Gomito - E di notevole rilevanza per me è stata la scelta di seguire la parte Bioenergetica attraverso la Kinesiologia Applicata - Kinesiologia Emozionale - Kinesiologia e Cervello - Kinesiologia Biochimica - Kinesiologia Strutturale - Kinesiologia Cyberkinetics - Tecnica di Ascolto Cranio-Sacrale - Terapia Manuale - Riflessologia - Linfodrenaggio - tutto questo seguito dalla pratica dello Yoga - Pilates - Feldenkrais.
In questi anni mi sono reso conto che ogni difficoltà incontrata è occasione per fare un passo avanti nella costante ricerca del lato positivo di ogni cosa, anche dalle situazioni che più ci disturbano e che paiono senza uscita.
Accorgendomi che la non conoscenza genera la paura, la paura genera tensione muscolare,la tensione muscolare genera il dolore, mi sono reso conto che invece la conoscenza genera la tranquillità mentale,la tranquillità mentale porta la calma e il rilassamento fisico impedisce l'estendersi del dolore.
Lo spirito che mi anima ad andare avanti nei miei studi sono le parole del Dottor Edward Bach : "Ciò che chiamiamo malattia è la fase terminale di un disturbo molto più profondo e perchè un trattamento possa avere davvero successo è evidente che non basterà curare la sola conseguenza senza risalire alla causa fondamentale che andrà eliminata".
Quindi ogni terapista dovrebbe cercare di effettuare con le persone, la cosa giusta al momento giusto, con particolare attenzione al bisogno effettivo di ciascuno indirizzando la "terapia" più vicina alle esigenze individuali riscontrate in quel momento.
La realtà, anche scientifica, è infatti soggettiva e non oggettiva, e nell'ambito terapeutico non può che assumere come riferimento valido quello del paziente. La sua soggettiva visione della realtà è infatti determinante ai fini del suo stato, ed è operando dal suo interno che le guarigioni più profonde diventano possibili.
Aiutare in profondità significa agire sulla sostanza, mentre aiutare in superficie significa agire sulla forma. Quando si tratta di un problema tangibile l’aiuto in superficie è necessario, ma se si vogliono risolvere maggiormente i problemi o ancora meglio prevenirli, è necessario aiutare in profondità eliminando le loro cause consapevolizzando i processi mentali, primariamente le forme emozione e le forme pensiero, direttamente correlati ai problemi. L’aiuto in superficie può essere determinante quando il problema si è già manifestato sul piano materiale, ma l’aiuto in profondità è l’aiuto sostanziale.
Un ulteriore approfondimento e una interessante lettura potete ottenerla visitando il seguente link : Interazione Olistica®,

MASSIMO BLOISE KINESIOLOGO

Benvenuti nel mio Blog,
mi chiamo Massimo Bloise, sono un Kinesiologo.
In questi anni mi sono reso conto che ogni difficoltà incontrata è occasione per fare un passo avanti nella costante ricerca del lato positivo di ogni cosa, anche delle situazioni che più ci disturbano e che paiono senza uscita. Mi sono specializzato nella Terapia Manuale incrociando i miei studi con la Kinesiologia.
Se il termine "terapia manuale" indica una metodica finalizzata al ripristino dello stato di salute di un individuo, allora la Kinesiologia Applicata può a buon diritto dichiararsi la tecnica di terapia manuale per eccellenza.Più che una tecnica la Kinesiologia Applicata è un'insieme di tecniche, sapientemente riunite dal creatore del metodo, un americano, dottore in chiropratica. George Goodheart.Tutte queste tecniche, che spaziano dalla visione strutturale dell'Uomo a quella psicosomatica e a quella della Bioenergetica orientale, collocano la Kinesiologia Applicata tra le Terapie Olistiche.I momenti fondamentali della Kinesiologia Applicata sono due: 1) la diagnosi (muscolare, posturale, psicosomatica-emozionale, nutrizionale, bioenergetica) 2) la terapia (per la struttura scheletrico-muscolare, per la parte psicosomatica, per la parte nutrizionale, per la parte bioenergetica).
Durante una seduta di Kinesiologia Applicata vengono usate una o più tecniche terapeutiche, in relazione alla diagnosi energetica, scaturita dai test muscolari fondamentali ed alle reazioni individuali del soggetto trattato, seguendo il concetto fondamentale di tutte le terapie olistiche: il riequilibrio globale. La Kinesiologia si basa sui "Test Muscolari Kinesiologici", questi ci permettono di percepire i cambiamenti di risposta muscolare che indicano un qualche blocco nel sistema di adattamento di una persona; in questo modo è possibile sia scegliere le tecniche prioritarie da applicare, sia ottenere le prove dei progressi. Le tecniche sono molte e considerano tutti gli aspetti dell’uomo nella sua globalità: possono coinvolgere le energie sottili, come ad esempio il riequilibrio dei chakra, dei corpi aurici o lo sfioramento dei meridiani; o essere più legate al corpo fisico, come ad esempio dolci input di mobilizzazione, stimolazione dei punti neurolinfatici o neurovascolari; possono essere mentali ed emotive, come previsto dalla kinesiologia dell’apprendimento; o ancora vibrazionali, come l’uso di cristalli; o biochimiche, come la rilevazione dei cibi e dei sostegni più adatti ad aumentare l’energia della persona. La persona, attraverso il test muscolare eseguito dal kinesiologo, sceglie tra tutte le tecniche quella più adatta in quel momento per raggiungere un benessere globale e quindi attua essa stessa un programma personalizzato. In questo modo due persone con esigenze e richieste simili, che lamentano problemi simili, conducono a sessioni di lavoro completamente diverse poiché il disagio viene ricondotto alle cause, che sono diverse per ognuno. Ogni persona è un mondo e una storia a sé, col suo vissuto, le sue attitudini, le sue potenzialità, i suoi sogni.

KINESIOLOGIA

La Kinesiologia è una Terapia Naturale dall'approccio intrinsecamente olistico.

Sulla base delle indicazioni fornite dal Test Muscolare Kinesiologico, infatti, l'operatore si muove in modo perfettamente equilibrato tra i differenti ambiti costituenti la persona: fisico, mentale, emozionale, energetico, spirituale.

Per questo motivo il Kinesiologo può liberamente spaziare a 360° in relazione al disagio considerato. L'interazione tra questi differenti ambiti è infatti molto stretta, e restituisce la persona nella sua interezza. Anche se un disagio potrebbe inizialmente sembrare appartenere ad un ambito puramente fisico (ad esempio), quando esaminato in tale prospettiva più allargata esso tende ad evidenziare aspetti in precedenza ignorati, che tipicamente si rivelano le cause scatenanti della sua manifestazione, e che ne permettono la risoluzione una volta riequilibrate.

Per tale motivo un bravo Kinesiologo non esamina mai con dei preconcetti il disagio mantenuto dalla persona, riconoscendo che, indipendentemente dal tipo di disturbo, ogni percorso di guarigione è unico e individuale.

Ciò permette alla persona di riappropriarsi così del suo ruolo di protagonista nel disagio da lei manifestato, e quindi di artefice di un cambiamento rivolto al proprio benessere piuttosto che di vittima rassegnata alle decisioni altrui.

Come disse una volta una persona molto saggia: 'Nessuno può curare, ma chiunque può guarire', e a questo riguardo la Kinesiologia è uno strumento estremamente potente nel risvegliare la capacità di cambiamento e di guarigione nella persona.

Hanno già avuto modo di notarne i benefici persone con: Allergie - Ansia - Asma - Depressione - Difficoltà di apprendimento - Dipendenze - Dislessia - Disturbi Mestruali - Dolori articolari e muscolari - Dolori postoperatori - Enuresi - Ernia Iatale - Fobie - Insonnia - Intestino irritabile - Intolleranze alimentari - Irrequietezza - Mal di schiena - Mal di testa - Meteorismo - Nevralgie - Problemi della pelle - Problemi di autostima - Problemi di coordinazione - Problemi di peso - Problemi digestivi - Problemi intestinali - Problemi relazionali - Spossatezza - Squilibri emozionali - Squilibri posturali - Stipsi - Stress - Tensioni e rigidità - Traumi sportivi e da incidenti. La Kinesiologia risulta priva di controindicazioni o effetti collaterali, e può essere liberamente utilizzata in associazione con altre metodiche terapeutiche, convenzionali o non.

UN PO' DI STORIA SULLA KINESIOLOGIA

Era l'inizio degli anni Sessanta quando George Goodheart, un giovane terapeuta statunitense, stava cercando di superare i limiti e le manchevolezze delle discipline allora a lui note, investigando con la sua mente acuta e vivace.

Brillantemente diplomato in Chiropratica, egli si sentiva personalmente a disagio per i problemi che i suoi pazienti continuavano comunque a mantenere anche dopo la fine dei trattamenti.

Con grande determinazione egli dunque esplorò scenari terapeutici differenti, cercando un metodo più efficace per poter comunicare con le persone al fine di individuare e risolvere i loro disagi.

Una svolta fondamentale in tale sua ricerca si ebbe quando applicò in ambito clinico i test muscolari già sviluppati per l'ambiente sportivo da Henry O. Kendall e Florence P. Kendall negli anni Quaranta. Egli scoprì così per la prima volta che persone con disturbi organici simili tendevano a presentare squilibri a livello degli stessi gruppi muscolari. Inoltre tale "debolezza" del muscolo non era in questo caso legata ad una sua ridotta capacità strutturale, bensì era una informazione vera e propria che il corpo della persona esprimeva attraverso quel canale muscolare specifico.

Per comprovare ciò Goodheart era solito testare differenti muscoli, e stabilito così un quadro sulla base degli squilibri riscontrati, passava poi a riequilibrare la persona. Nel giro di pochi minuti, allora, i muscoli in precedenza "deboli" diventavano ora "forti", confermando che la debolezza precedentemente riscontrata era puramente la indicazione di un disagio di altro tipo allora presente nella persona.

Nella sua ricerca di metodi più efficaci per recuperare e mantenere il benessere personale, Goodheart non mancò di avvicinarsi alla Medicina Tradizionale Cinese. Ciò gli fornì un ulteriore elemento fondamentale nello sviluppo della metodica. Egli infatti rapidamente scoprì come squilibri a carico di specifici Meridiani Energetici si riflettano in squilibri a carico di muscoli o gruppi muscolari specifici, analogamente a quanto aveva già precedentemente riscontrato per gli organi conducendolo così allo sviluppo di un concetto fondamentale: il Triangolo Muscolo - Organo - Meridiano. Esso indica come uno squilibrio che si manifesti in uno qualsiasi di tali tre Elementi del Triangolo influenzi direttamente gli altri due ad esso correlati. (Quindi non solo accade che lo squilibrio di un Organo o di un Meridiano influenzi la funzionalità del Muscolo associato, ma anche che lo squilibrio di un Muscolo si rifletta sulla funzionalità dell'Organo e del Meridiano ad esso associati.)
Era nata così la Kinesiologia.

Dr. Diego Vellam

Per maggiori informazioni visitate il sito:

IL MASSAGGIO

Il massaggio (dal greco massein che significa "impastare", "modellare").

E' una forma di terapia antica e anche uno dei gesti più naturali che compiamo quotidianamente, dal momento che è istintivo frizionare una spalla indolenzita, o sfregare quella parte del corpo che ci fa male. In pratica è un insieme di diverse manovre eseguite sul corpo per lenire dolori muscolari o articolari, per tonificare il volume di alcuni tessuti, ma anche per preservare e migliorare il benessere psichico, allentando tensioni e fatiche.

Gli effetti positivi

Le "virtù" del massaggio sono innumerevoli. Si può cominciare dal rilassamento che, già di per sé, consente al nostro organismo di rigenerarsi, riequilibrando il sistema nervoso e ormonale, per passare, poi, in rassegna il lungo elenco di effetti positivi che questa tecnica apporta. Tra i benefici, in primo piano ci sono:

  • Attenuazione dei segnali di tensione presenti sotto forma di crampi e spasmi muscolari.
  • Potenziamento del sistema immunitario, grazie al fatto che il movimento e le contrazioni muscolari rappresentano un metodo efficace per far circolare il liquido linfatico (che elimina le tossine) all'interno dell'organismo.
  • Miglioramento della circolazione, dal momento che i movimenti compiuti durante il massaggio consentono di spingere il sangue in direzione del cuore. In pratica si favorisce lo scambio, a livello cellulare, del sangue contenente le tossine, con sangue nuovo ricco di elementi nutritivi.
  • Eliminazione delle cellule morte e assorbimento di elementi che nutrono la pelle, rendendola vellutata e aiutandola a respirare.
  • Produzione di una sensazione di benessere dovuta al fatto di sentirsi accarezzati e coccolati.

Qualche controindicazione

Solitamente questa tecnica non presenta particolari controindicazioni, tuttavia è opportuno considerare che in alcune situazioni, come in caso di lesioni e di patologie come stati febbrili, infiammazioni, cardiopatie, malattie infettive, sia opportuno evitarlo. Per evitare inutili rischi, quando si tratta di massaggiare una persona con un qualsiasi problema di salute è, comunque, meglio sentire prima il parere del medico curante.

La preparazione

Per eseguire correttamente un massaggio non si può trascurare la fase di preparazione. Durante la seduta vengono, infatti, coinvolti anche i sensi come l'olfatto, la vista e l'udito: per questo l'ambiente deve essere spazioso, riscaldato (24-25°) e comodo; una luce soffusa e, in sottofondo, una musica rilassante completano l'atmosfera. Per il massaggio basta un lettino, ma si può eseguire semplicemente anche a terra. Candele profumate, infine, che emanano un riflesso che incanta e un odore coinvolgente o bouquet di fiori e colori tenui contribuiscono a favorire il rilassamento. Per rendere, poi, il massaggio più fluido è consigliabile usare oli e creme apposite, senza esagerare con la quantità. Questi prodotti si trovano già pronti, ma possono anche essere creati personalmente unendo a poche gocce di un olio essenziale, scelti tra quelli usati in aromaterapia, ad un olio di base come quello di germe di grano o di girasoli.

N.B. Le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.

LA SCHIENA

Circa quindici milioni di italiani soffrono di mal di schiena in modo più o meno grave. Chi ne è colpito purtroppo molte volte affronta un itinerario diagnostico e terapeutico estremamente variegato, in una sorta di "ping-pong" specialistico che va dall’ortopedico al fisiatra, al neurologo. Tutto ciò avviene perché questa struttura meravigliosa (e complicata) che è la schiena umana può presentare numerosi disagi (o vere e proprie malattie) indagabili e curabili effettivamente da vari punti di vista a secondo del "pezzo" o del "settore" che si considera.
Ecco allora nascere equazioni quali osso=ortopedico, nervi=neurologo, stress=psichiatria (o psicosomatista), muscoli=Massofisioterapista, ernia del disco=chirurgo, malocclusioni dentali=dentista, "sblocchi"=chiropratico eccetera. Ebbene questi specialisti, medici e no, sono tutti terapeuti validi per risolvere i problemi di un "tratto" di schiena piuttosto che un altro, ma nello stesso momento possono essere di nuovo tutti inefficaci quando il paziente venga considerato per la sua malattia, da far rientrare in un sapere settoriale, piuttosto che un individuo da aiutare in modo globale a ritrovare la salute. Se questo è vero in tutte le malattie (e rispettive specializzazioni mediche) lo è ancora di più per quanto riguarda la schiena perché la sua struttura, con le relative funzioni, è influenzata e influenza altri apparati.
Vediamo allora di conoscere questa parte dell’organismo umano, quali sono le cause e i sintomi del mal di schiena e come si può curare, in che modo riconoscere segnali d’allarme, e infine come è possibile mantenerla "in buona salute" ed in armonia con gli organi del corpo.


LA STRUTTURA DELLA SCHIENA


Ebbene, ciò che favorisce in modo determinante la stazione eretta è la colonna vertebrale, o spina dorsale, costituita da 33 ossa (vertebre) che si articolano una sull’altra: dall’alto in basso 7 sono le vertebre cervicali, 12 le toraciche (o dorsali), 5 quelle lombari, 5 le sacrali e 4 le coccigee. Mentre le ultime 9 nell’adulto sono in genere fuse tra loro, le altre 24 sono mobili e "ammortizzate" una con l’altra grazie a particolari formazioni cartilaginee chiamate dischi intervertebrali. Intorno alle vertebre vi sono robusti legamenti con forti e grandi masse muscolari tanto da formare un’ampia superficie che, dal collo al sacro, viene chiamata "schiena". Importanti sono anche le cosiddette "curve" della spina dorsale, cioè la lordosi cervicale, la cifosi dorsale, la lordosi lombare, la cifosi sacrale, ben visibili con una radiografia dell’intera colonna (dal lato destro o sinistro) e con un esame clinico particolarmente attento alle posizioni che una persona assume quando è ferma in piedi oppure mentre cammina. Queste quattro curve alternate sono le principali responsabili dell’elasticità e della solidità della colonna, infatti recenti studi di ingegneria applicati alla comprensione del corpo umano hanno dimostrato che se una spina dorsale si presentasse in linea retta sarebbe ben diciassette volte meno robusta e mobile del normale, infine tutte le vertebre possiedono un loro foro, chiamato intervertebrale, dove passa il midollo spinale, cioè l’insieme dei nervi che collegano ogni parte del corpo al cervello permettendo così a questo di ricevere informazioni e di dare loro conseguenti "risposte".


IL MAL DI SCHIENA E' NORMALE PER L'UOMO


Da quando abbiamo perso la posizione a quattro zampe, la parte bassa della colonna ha dovuto subire una serie di adattamenti per cui non era stata inizialmente progettata: questo probabilmente ha comportato la comparsa del mal di schiena, un dolore tipico della razza umana. Il fatto di avere poi oggi obbligato la parte bassa della schiena ad adattarsi alla posizione seduta ha ulteriormente aumentato i problemi. Per questo tutti soffrono, prima o poi, di mal di schiena: è il nostro stile di vita in quanto uomini, ma anche lo stile di vita di ciascuno di noi singolarmente ha un ruolo fondamentale.

Le cause teoriche del mal di schiena sono molto numerose. Ancor di più sono i termini medici che indicano queste cause. Ci sono vocaboli diversi che sono, spesso, definizioni differenti della stessa patologia: ecco perché andare da tanti medici significa spesso sentirsi attribuire altrettante diagnosi.


LE DIECI REGOLE DI VITA PER IL MAL DI SCHIENA



1. Usa il dolore: ti dice cosa non fare.
2. Quando i dolori sono molto forti riposati un po', ma sappi che questo può dare la sensazione di diminuire il dolore ma non permette una guarigione anticipata.
3. Evita per quanto possibile di metterti a letto durante il giorno.
4. Evita le posizioni ferme mantenute a lungo: il movimento aiuta.
5. Quando stai fermo o ti riposi, adotta sempre le posizioni meno dolorose.
6. Appena puoi, riprendi a muoverti.
7. Spesso la posizione seduta peggiora il dolore: se è così, evitala.
8. Se è possibile continua a lavorare.
9. Non scoraggiarti per il dolore, anche se è forte e dura tanto: questo non significa che la colonna si sta rovinando sempre di più.
10. Ricorda che ci possono essere delle ricadute: rimetti la schiena in forma.



LE SETTE REGOLE PER IL LAVORO CON IL MAL DI SCHIENA


1. Non sollevare oggetti pesanti.

2. Mantieni vicini gli oggetti da spostare.

3. Evita di flettere il busto in avanti o di mantenerlo in questa posizione.

4. Evita la torsione del tronco.

5. Cambia posizione il più spesso possibile.

6. Evita le sedie basse.

7. Da seduto, usa i braccioli ed un sostegno lombare

VINCERE IL MAL DI SCHIENA

Attraverso una serie di semplici esercizi che vengono eseguiti prestando attenzione alle sensazioni che suscitano in noi è possibile risolvere, ma anche prevenire, tutti i problemi che riguardano la schiena.
Lo scopo è individuare nei nostri movimenti abituali,quotidiani, quegli errori che sono all ’origine del mal di schiena, correggerli e ritrovare così
il benessere. Cioè una schiena elastica, sciolta, perfettamente funzionante. E in più ritrovare anche un atteggiamento positivo verso noi stessi, gli altri e tutta l'esistenza :
perché i dolori alla schiena sono sì la spia di una carenza complessiva
dell ’organismo, ma anche il risultato di un atteggiamento sbagliato che abbiamo nei confronti della vita.

N.B. Le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.

IL SISTEMA CRANIO-SACRALE

La Terapia Cranio Sacrale è una tecnica messa a punto dall'osteopata John E. Upledger, professore di Biomeccanica della Facoltà di Medicina Osteopatica pressa l'Università del Michigan. Oltre trent'anni fa, nel corso di un intervento chirurgico, egli osservò un movimento delle membrane interne al cranio fino ad allora mai rilevato, e cominciò a studiarlo cercando risposta.
Fu così scoperto il ritmo cranio-sacrale, e dopo quasi vent'anni di ricerche fu messa a punto una metodologia fondata su questo movimento fisiologico. Questo ritmo garantisce la connetta e costante nutrizione del cervello, l'organo deputato al mantenimento degli equilibri fisiologici e psicologici nell'essere umano, e appare modificato in presenza di patologie organiche o in seguito a traumi, fisici o psicologici.

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Il sistema cranio-sacrale prende nome dalle ossa che, insieme alle vertebre, circondano il sistema nervoso, cioè le ossa del cranio e l'osso sacro. Il cervello e il midollo spinale sono ricoperti da membrane protettive che formano intorno ad essi una sorta di involucro unico, nel quale circola il liquido cerebrospinale.
Questo liquido viene prodotto e riassorbito all'interno della scatola cranica creando un ritmo, che si propaga in tutto il corpo come un movimento leggerissimo, sia in corrispondenza delle varie ossa del cranio e lungo tutta la colonna vertebrale fino all'osso sacro, sia nelle partì periferiche del corpo attraverso la fascia connettivale.



COME AGISCE LA TERAPIA

E' noto che il cervello e il midollo spinale coordinano tutte le nostre percezioni e i nostri movimenti e regolano tutte le funzioni corporee quali il battito del cuore, la digestione, la respirazione. Nel cervello inoltre si trovano l'ipotalamo e l'ipofisi importante centro che regola ed è a sua volta regolato da altre ghiandole come l'epifisi, la tiroide, il pancreas, le surrenali, le gonadi, e che produce alcuni importanti ormoni.
Questi centri regolano inoltre la percezione della fame e della sete, garantiscono la termoregolazione, hanno influenza sulla respirazione, sull'attività cardiovascolare, sul ritmo sonno-veglia, sulla produzione di ormoni sessuali.

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Se il ritmo cranio-sacrale è disturbato a causa di una qualsiasi tensione presente nei tessuti del corpo (come conseguenze di un qualsiasi trauma fisico o emotivo anche di vecchia data o una cicatrice), possono verificarsi inconvenienti che vanno dall'insonnia all'ansia, dalla depressione all'emicrania, dal mal di schiena alla stanchezza cronica, oppure la disfunzione dì un organo particolare.
Nel corso di un trattamento terapeutico il ritmo craniosacrale viene riportato in equilibrio grazie all'allentamento delle tensioni e delle restrizioni corporee, cosicchè l'intero organismo possa riattivare correttamente i propri meccanismi di funzionamento.
Con un movimento delicato, applicando una forza generalmente inferiore ai 5 grammi (il peso di una monetina), i terapisti eliminano le restrizioni nei tessuti sia all'interno del sistema craniosacrale sia nel resto del corpo, facilitando la circolazione del liquido cerebrospinale e migliorando il funzionamento neuronale.
Ciò a sua volta contribuisce ad eliminare gli effetti negativi dovuti allo stress, a rafforzare la resistenza alle malattie, a rallentare i processi di invecchiamento, a migliorare globalmente lo stato di salute.

Per visualizzare l'albo dei Terapisti Cranio Sacrale sul territorio cliccare sul link qui sotto:

ALBO NAZIONALE

IL MASSAGGIO IN GRAVIDANZA

Il massaggio in gravidanza o massaggio prenatale è una pratica che asseconda le necessità del corpo della futura mamma nel corso delle varie fasi che precedono il parto e non solo in presenza di disturbi articolari. Il suo scopo è quello di accrescere le funzioni dei muscoli e delle articolazioni, migliorare la circolazione, tonificare il corpo e rinvigorire la partoriente sia sul piano fisico che mentale. Si tratta di una pratica relativamente recente, la cui popolarità e diffusione è in contenuto aumento, poiché estremamente piacevole, oltre che utile, alla madre e al nascituro. I benefici fisici, inoltre, comprendono la riduzione dello stress ormonale e di quello fisico legato alla trasformazione del corpo della donna durante la gravidanza. Esso può prevenire, tra l’altro, le smagliature derivanti dalla distensione della pelle, migliorando la sua elasticità attraverso una stimolazione della circolazione sanguigna.

Il massaggio prenatale non differisce, sostanzialmente, dal massaggio tradizionale, se non fosse per la posizione della donna che dovrà essere supina o su un fianco per non influenzare negativamente la posizione del feto nell’utero e per una serie di accortezze mirate a tutelare la salute della madre e del bambino.

Le zone che dovranno essere maggiormente stimolate nel massaggio prenatale sono:

  • la regione pelvica
  • la spina dorsale
  • la muscolatura della schiena

La regione addominale, in particolare, dovrà essere solo minimamente sollecitata, senza esercitare pressioni.

Tra i benefici che produce il massaggio prenatale ci sono:

  • rilassamento e diminuzione dell’insonnia
  • sollievo alle articolazioni relativamente al peso che devono sopportare nel corso della gravidanza
  • sollievo al collo e alla schiena provati dallo squilibrio dei muscoli e dalla relativa debolezza
  • assistenza nel mantenere la corretta postura
  • preparare i muscoli ad essere usati durante il parto
  • ridurre il gonfiore delle mani e dei piedi
  • alleviare il dolore del nervo sciatico
  • alleviare il mal di testa e la congestione del seno

Controindicazioni

Il massaggio prenatale non presenta particolari problemi di sicurezza per la salute della donna, ma è sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di affidarsi alla pratica di un terapista, specialmente se si dubita della sua esperienza. In ogni caso, è bene informare il massaggiatore dei problemi fisici che si stanno avvertendo durante la gravidanza, prima di iniziare il massaggio.

Il massaggio è generalmente controindicato nelle seguenti situazioni:

  • fuoriuscite di acqua o di sangue
  • diabete
  • malattie contagiose
  • febbre
  • nausee mattutine, vomito o diarrea
  • vertigini
  • palpitazioni
  • dolori inusuali
  • alta pressione sanguigna
  • dolori addominali

Il massaggio in gravidanza potrà riguardare ogni parte del corpo ma non dovrà insistere nell’area delle ossa dell’anca o del tallone, poiché essi sono collegati all’utero e una loro eccessiva stimolazione potrebbe causare un travaglio prematuro.

Altre situazioni fisiche da non sollecitare in alcun modo nel corso del massaggio sono:

  • eruzioni cutanee, ferite aperte o contusioni
  • infiammazioni
  • vene varicose
  • infezioni locali

Alcuni medici sconsigliano la pratica del massaggio durante il primo trimestre di gravidanza a causa dei forti cambiamenti fisici ed ormonali cui è soggetta la donna. Solo a partire dal secondo trimestre, infatti, la donna avrà acquisito dimestichezza con la gravidanza e potrà giovare delle sollecitazioni del massaggio. Sollecitazioni che non dovranno comunque essere mai troppo insistite per non causare disagio e dovranno essere accompagnate da un dialogo costante e rassicurante tra il terapista e la futura madre. Nel secondo trimestre il massaggio potrà essere effettuato una volta alla settimana per una durata variabile tra i 10 minuti e un’ora, nel terzo trimestre la frequenza dei trattamenti potrà anche raddoppiare. L’uso di lozioni durante il massaggio è ammesso purché siano inodori, nel rispetto della alta sensibilità olfattiva della donna in gravidanza. Il luogo ove avverrà il massaggio dovrà essere ben ventilato per l’intera durata del trattamento, ed è raccomandata anche la presenza di musica, purché calma e rilassante.

N.B. Le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.

CERVICALE : Come Farsela Amica

Il dolore cervicale o cervicalgia è un disturbo piuttosto comune, che comprende una moltitudine di sintomi di diversa natura.
Uno dei punti più delicati e vulnerabili del corpo umano è il tratto cervicale. Esso è composto da 7 vertebre che danno sostegno al capo e permettono di compiere movimenti rotatori, flessori ed estensori della testa. La lesione del midollo spinale contenuto nelle vertebre cervicali porta alla paralisi degli arti inferiori e superiori (tetraplegia) o addirittura alla morte se il trauma avviene a livello di C1-C2.
Come abbiamo detto, l'origine della sindrome cervicale è piuttosto varia. Questi dolori possono infatti interessare le strutture ossee, nervose, muscolari, vascolari o ligamentose del tratto cervicale della colonna vertebrale.

Le cause di dolore cervicale possono essere:

- traumi pregressi (colpi di frusta)
- osteoartrite delle vertebre cervicali (spondilosi)
- degenerazione di uno o più dischi intervertebrali
- colpi di freddo (torcicollo)
- posizioni errate assunte nel corso della giornata
- sovraccarichi eccessivi e ripetuti sui muscoli del collo
- stress (molte persone tendono a scaricare le tensioni quotidiane assumendo posizioni rigide e contratte; tali tensioni agiscono soprattutto sui muscoli della spalla e del collo, irrigidendoli)
- mancanza di attività fisica
- eccesso di alcuni tipi di attività fisica
- cattivo riposo notturno: uso di materassi e/o cuscini inadatti
Risulta dunque fondamentale una corretta diagnosi: esami come i raggi X o la TAC sono in grado di evidenziare i problemi alla base del dolore cervicale.

Tuttavia, nella maggioranza dei casi, la cervicalgia è provocata dalla semplice contrattura della muscolatura del collo e delle spalle, essendo i problemi di natura ossea e cartilaginea abbastanza rari. Si stima infatti che ogni giorno 7 persone su 10 provino, pur con diversa intensità, dolori cervicali.

In questi casi un programma mirato di esercitazioni, seguito con costanza, può migliorare e risolvere il problema. Gli esercizi proposti avranno lo scopo di mobilizzare le vertebre cervicali e di sciogliere le tensioni accumulate durante la giornata.

L'efficacia di questi movimenti risiede nella loro lentezza e nello stato di rilassatezza che ne consegue. Se eseguiti in maniera lenta e controllata possono risultare davvero molto utili per la cura dei dolori cervicali. Al contrario, se eseguiti velocemente e con movimenti bruschi, non solo risulterannno inefficaci, ma addirittura dannosi. Queste esercitazioni vanno praticate regolarmente, se possibile tutti i giorni ed inizialmente sotto la supervisione di personale qualificato. Potete eseguire questi semplici movimenti dove e quando volete, in palestra, in ufficio, al semaforo, sotto la doccia o prima di dormire.





In piedi o seduti davanti al computer flettete lentamente di lato il collo, sostando per qualche secondo tra una flessione e l'altra nella posizione di partenza.







In piedi o seduti flettete lentamente di lato il collo.Con la mano del lato verso il quale è piegato il collo afferrate il polso del braccio opposto e tiratelo leggermente verso il basso in modo da mettere in tensione i muscoli del trapezio e della spalla controlaterali. Mantenete la posizione per 20-30 secondi e cambiate lato.








In piedi flettete lentamente di lato il collo;con la mano del lato verso il quale è piegato il capo spingete leggermente verso il basso la testa in modo da praticare una leggera tensione.Piegate l'altro braccio a 90 gradi portando la mano dietro la schiena.Mantenete la posizione per 20-30 secondi e cambiate lato.




In piedi o seduti con la schiena eretta flettete lentamente il collo a destra,indietro,a sinistra e in avanti in modo da compiere una circonduzione completa del capo.Tenete spalle e collo rilassati durante tutto l'arco del movimento e ripetete in senso inverso.



Real ease,ovvero,tradotto in Italiano"vero agio".Prodotto americano, brevettato, scientificamente studiato per rilassare profondamente la muscolatura del collo e delle spalle.E'come avere un massaggiatore specializzato che tiene dolcemente e fermamente la vostra testa mentre voi la lasciate cadere tra le sue mani.Se abbinato ad una respirazione corretta è in grado di dare ottimi risultati.

N.B. Le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.

MASSAGGIO LINFODRENANTE


Il drenaggio linfatico manuale – o più semplicemente linfodrenaggio – rappresenta, soprattutto tra le donne, una delle tecniche di massaggio oggi più in voga in tutto il mondo.

Ideato nel 1932 dal medico e biologo danese, Emile Vodder (si pronuncia Fodder), il linfodrenaggio svolge diverse funzioni benefiche: prima fra tutte quella di aiutare a contrastare e prevenire la formazione di edemi e gonfiori in qualunque parte del corpo.

E’ lo stesso Vodder a classificare gli edemi in tre diverse categorie; tutte trattabili anche se con opportune precauzioni. Gli edemi patologici ad esempio – cioè quelli conseguenti a qualche malattia, come l’insufficienza cardiaca o renale cronica – non vanno mai trattati durante la fase acuta e necessitano sempre e comunque di un certificato medico.

Diverso è il discorso per gli edemi idiopatici e per quelli non patologici. I primi sono quelli di cui non si conosce con certezza la causa. Talvolta provocati dal caldo, dallo stress, dalla stanchezza. I secondi sono quelli tipici, ad esempio, dal ciclo mestruale, della cellulite, della pillola (estrogeni) o ancora della gravidanza.

In quest’ultimo caso occorre evitare i massaggi durante i primi, e più delicati, tre mesi di gestazione. Dopo il terzo mese, invece, il linfodrenaggio diventa il massaggio più indicato.

Efficace infatti nello stimolare la circolazione linfatica e quindi nel contrastare l’accumulo di liquidi, questa tecnica è per sua natura lenta, delicata e superficiale, a differenza di altri massaggi più profondi che potrebbero, ad esempio, provocare un’eccessiva dilatazione dei capillari già fragili della donna.

Va osservato che non di rado la gravida si trova a fare i conti con edemi diffusi in tutto il corpo; e che per trattarli correttamente tutti insieme occorrerebbero circa 5 ore. Un tempo troppo lungo sia per la donna che per l’operatore.

Ecco perché, generalmente, si preferisce lavorare singolarmente una parte alla volta per circa un’ora. Magari separando gli arti inferiori da quelli superiori. Non a caso il linfodrenaggio è comunemente definito un “massaggio settoriale”.

Dopo un mese di sedute (un paio alla settimana) avremo comunque lavorato efficacemente tutto il corpo.

Essenziale, prima di ogni trattamento, è l’esecuzione delle cosiddette “manovre di scarico del collo”. Una serie di pompaggi (così vengono definite le manovre tipiche del linfodrenaggio) necessarie per liberare il cosiddetto Terminus: un punto di fondamentale importanza situato a livello della fossetta sovraclaveare. Qui infatti è collocata un’importante stazione linfonodale; il punto d’arrivo di tutta la circolazione linfatica.

Eseguire lo scarico, liberare il Terminus, significa prevenire un eventuale sovraccarico a questo livello e il conseguente rischio di gonfiore ai lati del collo, difficoltà a deglutire e sensazione di soffocamento. Le manovre di scarico durano circa 20 minuti.

Importante anche ricordare che – nel caso venga trattato l’addome di una gravida – andranno evitate le manovre più profonde, come quelle utilizzate altrimenti per favorire la peritalsi intestinale (ad esempio in caso di stipsi). La stessa precauzione andrà osservata in caso di ciclo mestruale (specie se abbondante e doloroso), di cisti ovariche e per almeno 6 mesi dopo un taglio cesareo.

L’eventuale presenza di tubercolosi, di infezioni acute (con linfonodi ingrossati e dolenti) e quella di tumori maligni, rappresenta infine controindicazione assoluta all’utilizzo del linfodrenaggio, in qualunque soggetto.

N.B. Le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.

Metodo Dr. Vodder

MASSAGGIO SPORTIVO

Il massaggio sportivo è un tipo particolare di massaggio eseguito su specifiche regioni corporee al fine di migliorare la performance atletica .

Le finalità del massaggio sportivo sono numerose, alcune si basano su fondati presupposti scientifici, mentre altre derivano da osservazioni ed esperienze di chi le esegue.

I suoi numerosi benefici derivano da due particolari presupposti:

azione diretta data dall'aumento del flusso ematico con conseguente ipertermia locale (anche se vari studi non hanno ancora confermato questa ipotesi, apparentemente piuttosto ovvia)

azione indiretta data dalla contemporanea eccitazione di terminazioni nervose e conseguente stimolazione del sistema nervoso parasimpatico

Da questi due elementi derivano tutte le proprietà benefiche attribuite al massaggio sportivo, tra le quali rientrano:

riduzione delle tensioni muscolari
diminuzione dei livelli plasmatici di cortisolo e serotonina con conseguente riduzione dello stato d'ansia e miglioramento dell'umore; a tale diminuzione si associa un aumento delle endorfine circolanti con conseguente inibizione della sensazione dolorifica
riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa
stimolazione della microcircolazione locale
effetto drenante abbinato ad accelerata rimozione dell'acido lattico e delle scorie metaboliche prodotte durante l'attività sportiva
• decongestionamento e rilassamento dei i tessuti, abbinato ad accelerata guarigione dalle contratture muscolari

• prevenzione degli infortuni

• preparazione muscolare all'attività fisica.

Il massaggio sportivo trova dunque applicazione non solo dopo una gara, ma anche tra una competizione e l'altra o prima della gara stessa.

Gli effetti positivi del massaggio sportivo vengono potenziati dal simultaneo impiego di prodotti a base di oli essenziali. In commercio si possono trovare numerosi tipi di cosmetici dalle differenti proprietà (riscaldanti, rigeneranti, rassodanti, defaticanti, ecc.). In genere si consiglia di massaggiare la zona da trattare dal basso verso l'alto fino al completo assorbimento del prodotto.

Tutti possono usufruire dei benefici di questo tipo particolare di massaggio, indipendentemente dall'età, dal tipo di sport praticato e dal proprio livello prestativo.

Legge istitutiva

La figura del massaggiatore sportivo viene istituita con la legge 28 dicembre 1950, n. 1055. La legge è stata abrogata dall’articolo 13 della legge 26 ottobre 1971, n. 1099.

L’articolo 8 della legge 26 ottobre 1971, n. 1099 prevede che solamente gli operatori in possesso del titolo previsto dall’articolo 1 della legge 19 maggio 1971, n. 403 sono ammessi ai corsi per il conseguimento della licenza di massaggiatore sportivo.

I programmi, l’organizzazione dei corsi ed i requisiti dei docenti sono stabiliti con il decreto Ministeriale 5 luglio 1975.

DR.EDWARD BACH La Storia e Fiori di Bach

Edward Bach nacque a Mosley, un piccolo villaggio del Galles, nei pressi di Birmingham, il 24 settembre del 1886. Suo padre gestiva una fonderia di ottone. Era un bambino dalla costituzione piuttosto debole, con una grande passione per il sapere e una profonda compassione per il prossimo. Trascorse la sua giovinezza a stretto contatto con la natura, preferendola talvolta alla compagnia degli stessi coetanei. Dal 1903 al 1906 Bach lavorò nella fonderia del padre come apprendista, dove ebbe modo di osservare le diverse malattie degli operai della fabbrica, che non potevano permettersi un'assistenza medica, e i conflitti dell'anima che ne derivavano. Il desiderio di poter fare qualcosa di utile per gli altri lo faceva sognare una medicina a misura d'uomo, basata su rimedi semplici e alla portata di tutti. Tuttavia per un certo periodo fu molto combattuto se indirizzarsi verso la teologia o la medicina. Tra il 1906 e il 1912 Bach studiò a Birmingham e Londra. La sua carriera di medico cominciò in modo canonico e si concluse con la laurea in medicina conseguita a Londra nel 1912. Fu dapprima direttore del pronto soccorso dell'University College Hospital, per poi diventare assistente nel reparto di batteriologia e immunologia. In quegli anni ebbe modo di individuare la relazione tra la presenza nell'intestino umano di specifici ceppi batterici e la comparsa di malattie croniche. Riuscì quindi a ricavare da ogni ceppo un vaccino. Lavorando in ospedale si rese conto di come la medicina tradizionale considerasse i pazienti più come portatori di dolori e malattie da debellare che come esseri umani bisognosi di cure. Per questo motivo, seguendo la sua vocazione per la ricerca della causa primaria generatrice della malattia, lasciò il lavoro ospedaliero per dedicarsi all'immunologia. Nel 1917, a trent'anni, mentre la sua carriera decolla, gli viene diagnosticato un tumore alla milza con metastasi. Le conclusioni dei suoi colleghi sono gravi: tre mesi di vita! Bach riesce a reagire e si dedica anima e corpo alla ricerca, desideroso di lasciare qualcosa di utile all'umanità. Questa attitudine produce il "miracolo della guarigione". Passano i tre mesi e non solo lui era ancora vivo, ma l'esperienza della malattia l'aveva reso più tenace nel perseguimento del suo intento. Più tardi, forse grazie anche a questa esperienza, arriverà alla conclusione che "non vi è vera guarigione senza la pace dell'anima e la gioia interiore". Sosterrà da quel momento che la malattia nasce dal conflitto che può scatenarsi quando la personalità non vive in armonia con il proprio essere (anima) e genera uno squilibro nel campo energetico dell’individuo, da interpretarsi come un campanello d’allarme che segnala la necessità d’intervenire per riportare il sistema all'equilibrio, evitando che si arrivi al collasso del sistema organico-emozionale. Tra il 1918 e il 1922 lavora all'Homeopathic Hospital di Londra, dove viene a conoscenza dell'"Organon", l'imponente opera fondamentale di Samuel Hahnemann, studia l'omeopatia e si sente vicino al suo fondatore, poiché entrambi sono desiderosi di prendersi cura del paziente piuttosto che della malattia. Anche Hahnemann, come Bach, mette in relazione le malattie croniche con l'intossicazione intestinale, curandole non con batteri (come faceva Bach a quel tempo) ma con sostanze vegetali, minerali o animali ad alte diluizioni. Studiando la relazione esistente tra le malattie croniche e l'atteggiamento nei confronti della vita, Bach divide i batteri che causano le malattie in sette gruppi ai quali collega determinate caratteristiche personali. Inizialmente suppone che ogni malattia produca un certo stato d'animo, ma poi arriva alla conclusione opposta, e cioè che un certo stato d'animo produce un determinato tipo di malattia. Arriva a sostenere che non sia necessario preoccuparsi della manifestazione patologica in quanto tale di una malattia, bensì dell'alterazione primigenia, psicologica, emozionale che, in un più o meno breve lasso di tempo, avrebbe dato luogo alla malattia (n.d.r. ecco perché, per fare un esempio, un infarto del miocardio o un'ulcera duodenale, possono essere affrontati con la medesima composizione terapeutica floreale purché la causa della malattia sia la stessa, ad esempio uno shock affettivo recente. Parimenti, due pazienti, entrambi affetti da infarto del miocardio, possono richiedere anche una terapia differente, purché differente sia il momento eziologico, ad esempio un grave stato ansioso piuttosto che una paura improvvisa). Bach cerca di applicare quanto appreso alle sue scoperte precedenti e, interpretando i suoi lavori di ricerca batteriologica in chiave omeopatica, introduce 7 nuovi importanti nosodi, vaccini da utilizzare per via orale, con i quali ottiene molti successi. In sostanza, classifica i numerosi batteri intestinali in gruppi, a seconda della loro azione fermentativa; ricava cosi sette gruppi di nosodi conosciuti come "i nosodi di Bach": Bacterius proteus Bacterius dysentery Bacterius Morgan Bacterius Faekals alkalagenes Bacterius Coli mutabile Bacterius Gaertner Bacterius Nº 7 La sua popolarità aumenta e, mentre continua gli studi, i suoi nosodi spopolano. Da buon ricercatore, comunque, continua a sperimentare e scopre che anche questi hanno dei limiti. Nella ricerca di una valida alternativa ai batteri, si accorge dell'energia curatrice di alcune piante ed erbe. Tra il 1920 e il 1928 Bach apre un laboratorio a Crescent Park, uno studio in Harley Street e un consultorio per gli indigenti a Nottingham Palace. Sono gli anni in cui, grazie alla collaborazione con diversi omeopati, si presenta finalmente al pubblico con numerose pubblicazioni. Ma il suo desiderio maggiore è quello di continuare a scoprire sempre nuovi rimedi puri. Individua diverse piante la cui frequenza vibrazionale è simile a quella dei nosodi, che però non rispettano il principio della polarità. Le piante trattate omeopaticamente hanno infatti una polarità positiva, mentre la polarità dei nosodi attivi derivati dall'intestino è negativa. Egli cerca di neutralizzarne la polarità attraverso un trattamento di potenziamento. Sempre in questi anni, Bach elabora anche la cosiddetta "sintomatologia dell'animo" del paziente, basata sulla corrispondenza tra ogni gruppo di batteri e precise tipologie caratteriali e psicologiche. Per approfondire e verificare questa sua intuizione, nel 1930, quando ormai ha raggiunto l'apice della carriera medica, Bach decide spontaneamente di chiudere lo studio londinese e di vendere il laboratorio. Torna nel Galles e, passeggiando per le campagne, raccoglie i primi due rimedi floreali, Mimulus e Impatiens, sperimentandoli sotto forma di nosodi. Si rende subito conto che questi rimedi funzionano solo su alcuni soggetti: Mimulus su soggetti timidi, silenziosi, con paure concrete e definite, Impatiens su soggetti veloci, solitari e impazienti (in entrambi i casi, si può osservare la similitudine tra persona e pianta). Dati i risultati eccezionali, decide di dedicarsi completamente alla ricerca, allo studio e alla sperimentazione dei fiori. Si stabilisce definitivamente nel Galles, abbandonando fama e successo e suscitando critiche e derisioni nei suoi colleghi, che non comprendono l'abbandono del certo per l'incerto. Lavora passeggiando nelle campagne e nei boschi, in compagnia della sua assistente Nora Weeks, "ascoltando" l'energia dei fiori in cui s'imbatte, per comprendere a quali soggetti corrispondano e a quali squilibri siano abbinati. Questa volta, per la sua ricerca, non utilizza più gli strumenti tradizionali (microscopio, esami di laboratorio, eccetera), ma se stesso, il proprio intuito e la propria sensibilità. Elabora, inoltre, il metodo di preparazione detto "del sole", che permette di risolvere la questione della polarità. Bach riuscì a percepire le capacità vibratorie dei fiori, notando una maggior energia nelle piante cresciute al sole rispetto a quelle cresciute in zone ombrose; notò inoltre che la rugiada contenuta nei fiori aveva le stesse proprietà vibrazionali del fiore stesso. Bach iniziò così a preparare i suoi rimedi con l'aiuto dei quattro elementi:

· TERRA e ARIA per portare la pianta a maturazione;

· SOLE per liberare le virtù guaritrici dall'involucro vegetale;

· ACQUA per trattenere le vibrazioni e trasmetterle al paziente.

I nuovi rimedi floreali sono sperimentati dai suoi vecchi colleghi, che lo incoraggiano a proseguire nel lavoro di ricerca, e naturalmente dallo stesso Bach, il quale, durante il periodo invernale, tratta gratuitamente alcuni pazienti. Insorgono, tuttavia, parecchie difficoltà e, a ogni sua scoperta, l'ordine dei medici lo minaccia di espulsione; esasperato, rinuncia all'iscrizione all'ordine e al titolo di medico, sostenendo che preferisce essere chiamato "guaritore". Regala a due grandi farmacie londinesi le tinture madri, purché si impegnino ad offrire i rimedi al pubblico a prezzi stracciati. Nel 1932 completa lo studio di dodici fiori che corrispondono ai dodici stati d'animo da lui isolati, che chiama "I dodici guaritori": Mimulus, Impatiens, Centaury, Clematis, Rock Rose, Gentian, Chicory, Vervain, Water Violet, Agrimony, Cerato, Scleranthus. Dal 1932 al 1935 scopre gli altri ventisei rimedi, completando quindi il suo lavoro. Convinto di aver ultimato il suo sistema e di aver così concluso l'opera, decide di tenere una serie di conferenze per permettere a un pubblico un po' più vasto di venire a conoscenza della nuova terapia e delle sue scoperte. La sera del suo cinquantesimo compleanno, a Wallingford, egli tiene la sua prima conferenza. Il 27 novembre 1936 la sua anima lo lascia durante il sonno: muore per ischemia cardiaca, dopo essere sopravvissuto per 19 anni al cancro.
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"La malattia non è un crudeltà e nemmeno un castigo, ma unicamente un correttivo: lo strumento di cui si serve la nostra Anima (l'Io Superiore) per indicarci i nostri errori, per impedirci di commetterne altri, combinando così nuovi guai, e per riportarci sulla via della Verità e della Luce, dalla quale non avremmo mai dovuto allontanarci" (E. Bach). Secondo la visione di Bach, una vera terapia deve sciogliere quei nodi e quelle barriere mentali che ingabbiano lo spirito in errati (e dolorosi) atteggiamenti, per espandere, quindi, la sua capacità di vedere e comprendere la realtà delle cose, i propri bisogni e i propri scopi reali. Una vera terapia deve tendere a liberare l'uomo dall'errore di valutazione in cui si sia impantanato e dall'illusione di sentirsi solo in un mondo ostile. Non c'è vera guarigione senza una modificazione profonda dell'animo del sofferente, senza una sua crescita interiore, senza un rinnovamento del suo modo di vedere e di sentire: solo in seguito a queste trasformazioni i sintomi diventano inutili e la malattia scompare.

Suggerimenti di guarigione (Edward Bach)

Non colpevolizzare l'errore.
Non sopprimere il difetto e non lottare contro di esso ma coltivare la virtù opposta, che è la stessa energia purificata e sublimata. Non sopprimere il difetto e non lottare contro di esso ma coltivare la virtù opposta, che è la stessa energia purificata e sublimata.
Sviluppare amore per l'umanità.
Provare compassione e simpatia per ogni simile: l'Amore è il grande Guaritore che ogni uomo può attivare nelle profondità del suo Cuore, di cui il Cristo è il massimo Archetipo.
Scegliere la libertà.
Scegliere la via che conduce a seguire i dettami della propria Anima e la strada del proprio destino, imparando a non temere nessuno e ad impedire agli altri di distoglierci e di ostacolare la nostra evoluzione.
Coltivare la più grande umiltà.
Riflettere che anche la personalità più potente è niente in se stessa, ed è incapace di resistere alla potenza delle tenebre senza l'assistenza della Luce dell'Anima.
Non arretrare di fronte all'esperienza.
Non perdere occasioni per mancanza di decisione e di volontà, o per preconcetti mentali che ostacolano l'acquisizione e la rivelazione di una più ampia Verità.

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